ERAS e DDA, due acronimi vincenti per il rapido recupero del paziente operato di protesi d’anca

E.R.A.S. e D.A.A., due acronimi anglosassoni fondamentali per un rapido recupero del paziente sottoposto ad intervento di protesi d’anca.

Il concetto di “Enhanced Recovery After Surgery” (ERAS), ossia di Rapido Recupero Dopo Chirurgia, introdotto per la prima volta nel 1997 in chirurgia addominale, nasceva dall’idea che riducendo al minimo lo stress fisico e psicologico a cui andava incontro il paziente sottoposto a intervento, poteva ridurre il periodo di degenza e nel contempo accelerare il recupero funzionale, migliorando così la soddisfazione del paziente.

Pertanto sono stati sviluppati dei protocolli cosiddetti multimodali che, con coinvolgimento di diverse figure mediche, che vanno dal chirurgo, all’anestesista, al medico internista, sino al fisiatra e al terapista della riabilitazione, sono in grado di controllare adeguatamente le complicanze peri-operatorie, come il dolore, le perdite ematiche, l’allettamento,  etc, ottenendo così un rapido recupero, una breve degenza e un rapido ritorno alle proprie attività lavorative.

Questi protocolli, che hanno dimostrato a pieno tutti gli indubbi vantaggi, sono stati  progressivamente estesi negli anni successivi a tutte le chirurgie, tra cui la chirurgia ortopedica e in particolar modo nella chirurgia  protesica dell’anca e del ginocchio.

Il nostro reparto di Ortopedia dell’Ospedale Santa Maria di Bari, GVM Care & Research, con alle spalle una pluriennale esperienza nella chirurgia protesica articolare, ha sempre cercato di ottimizzare tutti gli aspetti medici che ruotano intorno ad un intervento di protesi d’anca, ginocchio e spalla.

Da oramai 6 anni abbiamo messo a punto e utilizzato, in  collaborazione con le altre figure mediche,  un protocollo ERAS, basato su chiare evidenze scientifiche, la cosiddetta Medicina Basata sulle Evidenze (EBM),  che attraverso adeguate terapie farmacologiche peri-operatorie,  tecniche anestesiologiche dedicate, procedure chirurgiche mininvasive e protocolli riabilitativi accelerati, ha portato ad una netta riduzione del  trauma chirurgico, con riduzione delle perdite ematiche peri-operatorie, annullando così la necessità di trasfusioni nel 98% dei casi,  a un adeguato controllo del dolore e quindi a un rapido recupero funzionale del paziente.

Nell’ambito di un protocollo ERAS il ruolo del chirurgo ortopedico è quello di scegliere tecniche chirurgiche le meno invasive possibili, rispettose delle strutture ossee e dei tessuti molli, come muscoli e tendini, non coinvolti dal processo artrosico-patologico, consentendo così di impiantare una protesi articolare (anca, ginocchio etc) senza sovvertirne l’anatomia e la relativa biomeccanica ottenendo così il massimo recupero in tempi brevi.

Per questo motivo da maggio 2019 abbiamo iniziato ad utilizzare come via chirurgica di accesso all’impianto di protesi d’anca la Via Anteriore Diretta, nota con l’acronimo anglosassone di D.D.A, Direct Anterior Approach.

Questa via chirurgica, in confronto agli accessi più “tradizionali”, consente di impiantare una protesi d’anca con la minore invasività, rispettando i tessuti nobili dell’articolazione dell’anca, divaricando e non disinserendo i capi tendinei, senza così sovvertire la biomeccanica e l’anatomia della articolazione stessa.

Tutto ciò si traduce in minor dolore, minori perdite ematiche, minore zoppia, abbandono più rapido dei bastoni e quindi in un più rapida ripresa.

Nel video potete osservare un paziente operato solo DUE giorni prima dal dott. Giovanni Vavalle: le capacità di deambulazione e l’assenza di zoppicamento, illustrano meglio di qualsiasi tabella i tempi di recupero

Il principale punto di forza di questa tecnica è certamente nei notevoli vantaggi funzionali. C’è anche da considerare un fattore secondario ma particolarmente apprezzato dai pazienti: l’aspetto estetico. Grazie alla mini incisione cutanea, infatti, a fine convalescenza la cicatrice risulterà di dimensioni assai ridotte.

Per non ingenerare false aspettative, va chiarito che non si tratta certo di una chirurgia che può essere applicata a tutti i pazienti, in quanto una grave deformità dell’anca, come negli esiti di frattura o di displasia dell’anca, la presenza di una marcata osteoporosi, rappresentano delle possibili controindicazioni all’impiego di questa via chirurgica.

L’implementazione nel protocollo ERAS la Via Anteriore Diretta ci ha permesso di migliorare ulteriormente i nostri risultati, in termini di riduzione del dolore, come da grafico allegato, di riduzione delle perdite ematiche, breve degenza (in media 4-5 gg) e soprattutto in termini di ripresa  funzionale con abbandono dei bastoni in pochi giorni, ripresa di una deambulazione quasi normale dopo 15-20 gg e ritorno al lavoro dopo 30-50 giorni, soprattutto nei soggetti più giovani. Il paziente inoltre, come da secondo grafico, dimentica rapidamente di avere una protesi d’anca, in quanto la “sente” come una articolazione normale, priva di dolore e di limitazione, la cosiddetta “Fogotten Joint”.

Grafico relativo all’intensità del dolore

Grafico della Forgotten Joint